Accettare di non essere capaci

Anche quando fa male e brucia come una ferita aperta

Ehilà!
Non so cosa è successo ma sono arrivati quasi 40 nuovi iscritti nel ultimo periodo, sicuramente quello che ha scritto

Stefano Gatti

nella sua ultima newsletter ha aiutato ma anche le tante conversazioni che sto avendo su linkedin hanno aiutato.

Un grosso saluto ai nuovi arrivati 👋

Se hai perso le ultime newsletter te le metto qui sotto:

• 3 libri +1 sulla creatività

• Come creare relazione tra i membri

• L’incredibile storia di Birò

• Come tenersi stretti i clienti

Questa settimana parlo di un tema che mi sta molto a cuore e secondo me è uno degli ostacoli più grandi per imparare cose nuove e fare nuove esperienze.

Pronti? Vamos

L'anno scorso ho ri-iniziato a giocare a beach volley, dopo 15 anni che non toccavo un pallone.

Pur avendo giocato tanti anni a pallavolo, il beach è completamente un altro sport e mi sono reso conto di non avere più neanche le stesse capacità fisiche e tecniche di allora.

Mi sentivo un emerito incapace.

Ma non è solo questo che sentivo bruciare come una ferita: ricominciare significava fare brutta figura, fare la parte di quello che non sa fare nulla, prendere l'ultimo posto.

Questo mi ha fatto fare una piccola riflessione, le persone hanno paura di imparare cose nuove perché non riescono ad accettare questa sensazione di "inadeguatezza".

Personalmente mi sono trovato tante volte nella mia vita in vere e proprie situazioni di incapacità

• la prima volta che sono salito sul palco con 500 persone davanti

• quando sono diventato babbo per la prima volta

• la mia prima conferenza da solo oltreoceano

• la mia prima community

• quando sono diventato marketing manager e non sapevo nulla di comunicazione

• e ovviamente il ritorno al beach volley

Un incapace completo.

Il segreto invece secondo me è tutto lì
Accettare di non essere capaci.

Come fanno i bambini quando imparano a camminare, che cadono e si rialzano continuamente.
Riuscire a fregartene di quella brutta percezione che hai di te stesso. Accettare il risultato del tuo lavoro comunque, anche se fa veramente schifo, anche se ti verrebbe da buttare via tutto e non provarci più.

Anche se continui a tirare la palla fuori, prendere i palloni in faccia e perdere le partite.
Con quella consapevolezza che ti fa dire "fa parte del gioco, deve essere così se vuoi imparare"

Ciò non toglie che è dura eh, alcune volte sei talmente giù che ti viene voglia di dare un calcio a tutto. Ma chi me lo fa fare? Ma perché mi sono messo in questa situazione?

Riuscire ad accettare il giudizio degli altri è difficile, percepire che ti guardano e pensano "ma quanto è scarso questo?" è come mandare già una medicina amarissima.

Lyuba Golovina dice che

La parte più dura per diventare un buono scrittore è passare attraverso la fase in cui fai schifo.
Se sei fortunato ti guardi indietro dopo tanti anni e pensi "wow come scrivevo di mer** "
Per questo molte persone mollano prima di diventare bravi, perché non sanno quanto durerà questo periodo.
Non sanno quando quanto passerà del fare schifo a essere decenti.

Mentre invece la cosa è tutta lì.

Come dice Jason Segel devi imparare “the willingness to be bad” la disponibilità a essere pessimi. 

Come consiglia Austin Kleon "Non esercitarti per essere migliore ma per fare meno schifo di ieri"
Perché questo è il tuo parametro di giudizio. Accettare di non essere capace e provare a fare un passettino in più rispetto a quello che hai fatto ieri.

E la cosa ti viene molto più semplice quando:

• la voglia di imparare è superiore all'imbarazzo di non saper fare

• hai la certezza che prima o poi andrà un po' meglio di ieri

• trovi comunque gioia nel processo

Ecco, quest'ultimo è fondamentale. Io accetto di non saper giocare a beach perché mi piace giocare a beach più di ogni altra cosa, al di là del livello in cui mi trovo. Ho imparato ad amare il processo. Ho imparato a divertirmi lo stesso.
E questo vale per tutto, quando impari a suonare uno strumento o studi una nuova materia che non conosci.
Se ti dà gioia, anche minima, accetterai più a cuor leggero di non essere capace.

Per cui, non aver paura di fare brutte figure e di sentirti inadeguata.
E' giusto così.
Devi solo accettare di non essere capace.

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Cosa ho letto questa settimana

• C'è una trappola in cui cade sempre chi gestisce le community, quella del engagement. Sembra che l'obiettivo sia sempre quello di aumentare l'attività delle persone, di più, di più sempre di più. Non è così che pensa Richard Millington: Stop Trying To Maximise Engagement, Find The Optimal Level of Engagement Instead

• Il bellissimo pezzo di di Luyba Golovina sul metodo "Dirty Faucet" preso dalla famoso quote di Ed Sheeran. Che ovviamente rinforza quello che ho scritto in questa newsletter

• Come creare contenuti che forgiano la community? E' un tema che mi sta molto a cuore. Il segreto è trovare l'intersezione tra i temi che amano i tuoi clienti e lo scopo dell'azienda. James deJulio fa gli esempi di Peloton, Michelin e Roblox