Se la dimentichiamo, non è abbastanza buona
Come facevano i Beatles a creare canzoni così indimenticabili?
Ehilà,
l’ultima newsletter ha ricevuto un sacco di commenti e cuoricini :-) sono molto contento che come me fate qualcosa di piccolo tutti i giorni.
Inoltre è piaciuta molto la sezione in calce alla news in cui parlo di me. Ho deciso di riproporla lì sotto per non togliere il focus sul tema principale. Fatemi sapere cosa ne pensate!
Oggi parliamo di creatività e contenuti.
Pronti? Vamos
Come facevano i Beatles a creare canzoni così indimenticabili?
In un documentario il mitico produttore Rick Rubin ha posto questa domanda a McCartney per capire quale fosse il segreto di tale successo.
Racconta Paul:
Passavamo molto tempo sui bus durante le trasferte, così strimpellavamo qualche canzone. Se veniva fuori qualcosa di buono, dovevamo trovare il modo di memorizzarla. Non c'erano registratori a cassette o qualsiasi altro strumento di registrazione, quindi quando ci veniva un'idea dovevamo ricordarcela fino al momento in cui entravamo in sala prove"
Così iniziarono a realizzare che anche un limite come questo poteva rivelarsi una buona cosa.
Se domani la dimentichiamo, non è buona abbastanza si dicevano tra loro.
Come possiamo aspettarci che il pubblico se la ricordi? Se non ci riusciamo noi che l'abbiamo scritta solo ieri? Nel tempo abbiamo capito che avevamo scritto canzoni memorabili non perché volevamo che fossero così ma solo perché avevamo bisogno di ricordarcele. Era un motivo molto pratico
Questa cosa è veramente bellissima, e mi fa fare alcune riflessioni sul mio processo creativo.
La noia può rivelarsi un'ottima cosa
Il tempo non è mai veramente sprecato ma può al contrario stimolare nuove idee. Come dice Mara Gancitano di Tlon
Abbiamo sviluppato una tolleranza minima per la noia, la vediamo come qualcosa da combattere, come un freno, e invece è essenziale al nostro processo creativo (e al nostro cervello!)
Andrea Giuliodori parla della differenza tempo vuoto e tempo sprecato, che sono due concetti molti differenti.
Il tempo sprecato è quello passato a scrollare i social o fare binge watching in TV. Mentre il tempo vuoto è quello passato a non fare nulla, che non è detto sia sprecato. Può diventare tempo per riposare ma a tempo della noia, dove ci lasciamo invadere da questa sensazione scomoda ai più, riflettendo su alcune questioni della vita.
Usa il tempo come filtro.
Se ti dimentichi le cose vuol dire che non erano abbastanza memorabili. Probabilmente molte canzoni dei Beatles non hai mai visto la luce e sono finite nel cestino proprio perché non riuscivano a ricordarle. Usa questo filtro per capire quali iniziative portare avanti. Se un'idea ti torna continuamente in mente, forse è quella giusta.
Fai con quello che hai.
Molto spesso la creatività viene fuori dalle costrizioni, proprio perché non puoi registrare ti forza a fare canzoni migliori. Paul diceva "in verità lo facevamo per noi, perché altrimenti non ce le ricordavamo". Spesso pensiamo che non avere gli strumenti giusti, il tempo necessario o abbastanza soldi siano un limite per le nostre azioni. Invece è vero il contrario, il limite può indurci a tirare fuori energie e idee che neanche pensavamo di possedere.
E la mancanza di un registratore vocale diventa il trampolino di lancio per una hit.
Hai mai sperimentato queste tecniche? Hanno funzionato? Scrivilo nei commenti
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📚 Link interessanti della settimana
Si ritorna sul concetto della "community everywhere" questa volta con l'interessante punto di vista di Jamie Langskov. Nel suo articolo ribadisce ancora una volta che la community non ha nulla a che fare con la tecnologia ma con tutt'altro.
Vuoi sapere tutta la verità sui lurker? Cioè le persone passive della tua community. Stella smentisce alcuni luoghi comuni come la regola 90-9-1 e spiega come i lurker possono essere utili pur rimanendo passivi. Questo va molto a braccetto con quello che sostenevo tempo fa, sul perché le persone non partecipano alla tua community.
Sempre in tema lurker il mio amico Bas ha scritto un bel post, pieno di consigli concreti, nella community di Discourse.
Cambio totalmente argomento, perché non puoi perderti le 38 regole per la lettura di Ryan Holiday (un grandissimo!). Non dico di adottarle tutte ma già anche solo 1-2 possono fare una bella differenza. Io avevo scritto le mie qui
Qualcuno di questi link ti è piaciuto particolarmente?
🙋♂️ Qualcosa su di me
In questi due mesi sarò particolarmente preso dal meeting dal vivo della mia community degli Eroi Digitali (ti piace la landing?) che è alla fine di ottobre.
Si torna sul palco, hanno accettato un mio talk (in inglese!) alla SFScon. Se sei a Bolzano il 9/10/11 di Novembre fammi sapere.
Ancora conferenze, il 3-4 ottobre farò uno speech e parteciperò alla Open Source Week a Roma.
Il 7-8 ottobre parteciperò al Hacking Creativity unplugged a Bologna, il ritrovo di tutta la community del podcast, ne ho parlato qui! Un altra occasione dove possiamo incontrarci.
Sono sempre curioso di sapere cosa ne pensi di quello che scrivo. Rispondi a questa e-mail o scrivilo nei commenti
Secondo me però c'è troppo guruismo in giro. Non capisco perché occorra etichettare tutto e compartimentare senza criterio. Mi sfugge il motivo del perché Giuliodori definisca il tempo del binge watching o dello scrolling sprecato: io traggo molta ispirazione dai contenuti degli altri e mi fanno molte idee. Forse bisognerebbe tenere a mente che non siamo tutti uguali e che quello che è inutile per qualcuno non lo è per qualcun altro.
Stesso dicasi per le regole di lettura: praticamente un manuale su come rendere profittevole un'attività che il più delle volte dovrebbe essere di svago e intrattenimento. Ci dimentichiamo che i libri sono da sempre l'equivalente di film e serie televisive, ma condanniamo la televisione perché la reputiamo meno intellettuale. Se apprezziamo tanto il tempo della noia di Tlon, allora dovremmo ritornare a essere in grado di prendere in mano un libro per quello che è: un momento di distacco dalla realtà, e non un'altra occasione per fare i compiti e performare.
Ciao Giuseppe grazie per il commento.
Io penso che dipende.
Dipende per cosa leggi, io per i libri NON di narrazione adotto molte tecniche di Ryan. Altrimenti non mi rimane nulla, ovvio se leggo un romanzo leggo e basta.
Stessa cosa per il binge watching, se voglio passare una serata di svago lo spasso. Se tutte le mie serie sono così magari posso impiegare meglio il mio tempo o non posso lamentarmi che non ne ho.
Poi c'è un altra cosa, parlo per me, io non voglio fare i compiti e performare... ma ho notato che la mia creatività è "transazionale" cioè tutto contribuisce alla mia creatività. Tutto. Per cui mi annoto tutto perchè non voglio perdermi i pezzi. Voglio usarli per uno speech, un articolo, una newsletter, ecc..
Ma questo sono io :-)