Secondo me però c'è troppo guruismo in giro. Non capisco perché occorra etichettare tutto e compartimentare senza criterio. Mi sfugge il motivo del perché Giuliodori definisca il tempo del binge watching o dello scrolling sprecato: io traggo molta ispirazione dai contenuti degli altri e mi fanno molte idee. Forse bisognerebbe tenere a mente che non siamo tutti uguali e che quello che è inutile per qualcuno non lo è per qualcun altro.
Stesso dicasi per le regole di lettura: praticamente un manuale su come rendere profittevole un'attività che il più delle volte dovrebbe essere di svago e intrattenimento. Ci dimentichiamo che i libri sono da sempre l'equivalente di film e serie televisive, ma condanniamo la televisione perché la reputiamo meno intellettuale. Se apprezziamo tanto il tempo della noia di Tlon, allora dovremmo ritornare a essere in grado di prendere in mano un libro per quello che è: un momento di distacco dalla realtà, e non un'altra occasione per fare i compiti e performare.
Dipende per cosa leggi, io per i libri NON di narrazione adotto molte tecniche di Ryan. Altrimenti non mi rimane nulla, ovvio se leggo un romanzo leggo e basta.
Stessa cosa per il binge watching, se voglio passare una serata di svago lo spasso. Se tutte le mie serie sono così magari posso impiegare meglio il mio tempo o non posso lamentarmi che non ne ho.
Poi c'è un altra cosa, parlo per me, io non voglio fare i compiti e performare... ma ho notato che la mia creatività è "transazionale" cioè tutto contribuisce alla mia creatività. Tutto. Per cui mi annoto tutto perchè non voglio perdermi i pezzi. Voglio usarli per uno speech, un articolo, una newsletter, ecc..
Secondo me però c'è troppo guruismo in giro. Non capisco perché occorra etichettare tutto e compartimentare senza criterio. Mi sfugge il motivo del perché Giuliodori definisca il tempo del binge watching o dello scrolling sprecato: io traggo molta ispirazione dai contenuti degli altri e mi fanno molte idee. Forse bisognerebbe tenere a mente che non siamo tutti uguali e che quello che è inutile per qualcuno non lo è per qualcun altro.
Stesso dicasi per le regole di lettura: praticamente un manuale su come rendere profittevole un'attività che il più delle volte dovrebbe essere di svago e intrattenimento. Ci dimentichiamo che i libri sono da sempre l'equivalente di film e serie televisive, ma condanniamo la televisione perché la reputiamo meno intellettuale. Se apprezziamo tanto il tempo della noia di Tlon, allora dovremmo ritornare a essere in grado di prendere in mano un libro per quello che è: un momento di distacco dalla realtà, e non un'altra occasione per fare i compiti e performare.
Ciao Giuseppe grazie per il commento.
Io penso che dipende.
Dipende per cosa leggi, io per i libri NON di narrazione adotto molte tecniche di Ryan. Altrimenti non mi rimane nulla, ovvio se leggo un romanzo leggo e basta.
Stessa cosa per il binge watching, se voglio passare una serata di svago lo spasso. Se tutte le mie serie sono così magari posso impiegare meglio il mio tempo o non posso lamentarmi che non ne ho.
Poi c'è un altra cosa, parlo per me, io non voglio fare i compiti e performare... ma ho notato che la mia creatività è "transazionale" cioè tutto contribuisce alla mia creatività. Tutto. Per cui mi annoto tutto perchè non voglio perdermi i pezzi. Voglio usarli per uno speech, un articolo, una newsletter, ecc..
Ma questo sono io :-)