Saper scegliere, in mezzo al caos
Accogliere il proprio disordine, abbandonare i binari e fidarsi del sentiero che non vedi ancora
Ehilà,
ho scritto questa newsletter di notte, anzi per più notti, fino a tardi. Alcune volte non ho preso sonno fino alle 3. Come sapete molte cose che scrivo nascono da un'esigenza, una voglia irrefrenabile di allineare i miei pensieri.
Quello di oggi è un tema che in questo momento della mia vita mi sta molto a cuore, per cui la stanchezza non si sente e gli occhi non si chiudono mentre le mani sfrecciano sulla tastiera e suoi fogli di carta (sì, l'ho scritto più volte, tutto quello che scrivo nasce prima sui miei notebook) vedi anche l'immagine qui sotto.
E' lunghetta lo so, ma ho voluto prendere la questione da diversi punti di vista perché una non mi bastava. (Se la posta elettronica ve la taglia, leggetela su substack)
C'ho messo tutto me stesso, tutto quello che so a riguardo e non è molto. Ma c'ho sudato parecchio per capirlo.
Alcune persone mi hanno chiesto di leggerla a voce. Così ho fatto come la mia amica
, ho preso coraggio e di notte, in silenzio, l'ho letta tutta d'un fiato. Spero possa farvi piacere :-)Non so quando scriverò la prossima, per cui nel frattempo vi lascio un po' di compiti per le vacanze, con le news più lette dell'ultimo anno
Pronti? Vamos.

Prendere una decisione è una cosa fottutamente faticosa.
Io sono sempre stato una frana a scegliere e ho invidiato da sempre chi è in grado di prendere decisioni in un secondo.
Mi sono sempre chiesto come si fa. Come fai a scegliere che strada prendere quando sei davanti ad un bivio? Difficile o semplice che sia.
Come lo valuti? Come lo soppesi?
Segui il cuore? Segui la razionalità?
Non è per niente facile.
Spesso crediamo che fare delle scelte nella vita sia come giocare a scacchi.
Muovo il pedone, muovo l'alfiere, e alla fine scacco matto.
Un gioco assolutamente deterministico, segui una tattica la porti avanti e alla fine se è giusta vinci.
Non ci sono pezzi nascosti, tutto è sul tavolo, tutto in bella vista.
Se perdi significa che hai mosso male, e se riguardi la partita all'indietro capisci precisamente dove hai sbagliato e dove hai fatto bene. Qual'è stato il punto di svolta e dove ti sei giocato la regina.
Negli scacchi in qualsiasi punto della partita ti trovi, c'è una soluzione corretta e una sbagliata, non c'è spazio per le ambiguità.
Il problema è che vita non è una fottuta partita di scacchi. Proprio per niente.
Perché anche sei hai fatto tutte le mosse giuste, puoi perdere lo stesso. Cazzo, si, sei puoi perdere e anche di brutto. Vuoi un esempio? Eccolo qua, sono io.
Fai tutto in buona fede, tutto corretto, tutto incredibilmente intelligente e poi sbam, game over.
Perché sai, nella vita in verità i pezzi scompaiono, a volte cambiano forma oppure cambiano ruolo, improvvisamente. Magari ti accorgi che non sono né bianchi né neri ma in scale di grigio, per cui è difficile perfino distinguere gli uni dagli altri.
Assolutamente un grande caos.
Annie Duke è una grandissima giocatrice di poker e sostiene che la vita nella sua incertezza più assoluta, somiglia più al Texas Hold'em che ad una partita di scacchi.
Secondo lei "ogni decisione che prendiamo nella vita è una scommessa su un futuro incerto"
Nel poker non sai cosa gli altri hanno in mano, né cosa capiterà a te. Devi continuamente convincere il tuo avversario, bluffare, capire cosa gli altri pensano, vincere con la mano di carte che ti è toccato, anche se è poca roba.
E' un gioco fottutamente difficile, ma molto più simile al mondo reale, complesso e senza certezze. Dove puoi prendere le decisioni più giuste che puoi, con le migliori intenzioni e perdere comunque di brutto.
Ecco a me questa cosa fa impazzire, e come giocatore di poker sarei veramente una pippa.
Per questo nella vita ho sempre seguito le cose "giuste", le scelte "inattaccabili" per paura di deludere.
Facendo tutto quello che gli altri ritenevano giusto, per poi scoprire nel tempo che non erano giuste per me. Proprio per niente.
Oppure d'altro canto ho fatto scelte di cui ero incredibilmente convinto, belle, emozionanti, quelle che ti riempiono la vita. Giuste da tanti punti di vista, ma con risultati che nel tempo si sono rivelati disastrosi.
Ho fallito? No, ho provato soltanto a essere felice. Con tutte le mie forze. Che è quello che cerchiamo di fare un po' tutti.
Strappare lungo i bordi
Sai qual'è il grosso problema? E' che noi siamo stati sempre abituati a muoverci dentro degli argini, dei binari, quelli della famiglia e della nostra comunità.
Come dice Zerocalcare:
Pensavamo che la vita funzionasse così, che bastava strappare lungo i bordi, piano piano, seguendo la linea tratteggiata a cui eravamo destinati e tutto avrebbe preso la forma che doveva avere
Ma non è così, ho fatto abbastanza esperienze per capire che questi bordi da strappare non ci sono, e se ci sono non vuol dire che siano giusti per me.
E non è detto che siccome ho strappato i bordi in una determinata direzione per tutta la vita debba continuare a farlo. Se la forma che sta prendendo il disegno non sono io, devo fermarmi in fretta, soprattutto se non mi riconosco e non mi appartiene.
Non sono sicuro
Quando la vita emerge in tutto il suo caos, alcune volte "non sono sicuro" è l'unica risposta possibile.
Non ce n'è un altra, e lo so che questa roba ci crea tantissimo disagio.
Perché non siamo abituati a "non sapere", perché ci hanno educati al fatto che quando dobbiamo prendere delle decisioni "non sapere is a bad thing".
Non sapere è da irrazionali, quelli che si buttano, che vivono perennemente nel caos.
Invece dato che il mondo è di una incertezza assoluta, bisogna imparare a decidere anche se "non si sa" o "non si sa abbastanza".
Imparare ad "accogliere quel caos della madonna che hai dentro" quella sensazione di panico che si manifesta quando tutte le certezze sembrano dissolversi all'orizzonte.
Perché il caos non entra nella tua vita per distruggere ma per indicarti la strada verso un nuovo ordine.
Come un uragano che ribalta il mondo da capo a piedi, il caos ti costringe a guardare con occhi diversi la tua esistenza, ti chiede di riconsiderare ciò che è davvero importante, ciò che porta nutrimento alla tua anima.
Nel casino apparente, c'è un un invito potente a ricreare, reinventare e ri-plasmare.
In ogni disordine c'è un nuovo sentiero che attende solo di essere visto, ed essere percorso.
Bisogna avere in sè il caos per partorire una stella danzante
(Nietzsche)
Per cui diventa fondamentale essere a proprio agio in questo stato del "non sapere" o come dice Monty "bisogna imparare a essere comodi nelle situazioni scomode", stare in equilibrio nel disequilibrio. Provare a perdersi per trovare strade nuove.
Non andare dove il sentiero ti può portare, vai dove invece il sentiero non c’è ancora e lascia dietro di te una traccia.
(Ralph Waldo Emerson)
Conosci te stesso
E poi c'è un'altra motivazione. Io credo che noi non siamo in grado di prendere decisioni buone perché non conosciamo noi stessi. Cazzo quanto c'ho messo a capire questa semplice cosa.
Se per molti anni ci siamo adattati ai pensieri, ai comportamenti, alle richieste e ai bisogni altrui per paura di deludere, per paura del giudizio o di non essere amati, possiamo fare un'enorme fatica a basare le nostre scelte sull'ascolto autentico di noi stessi.
Se invece siamo consapevoli di chi siamo e di cosa vogliamo, dei nostri punti di forza e di debolezza, saremo in grado di prendere decisioni migliori o almeno un po' meno sbagliate.
Ma come si fa?
Per farlo devi iniziare a capire prima di tutto chi vuoi vicino a te. Dicendo di no a tutte quelle persone che ti vorrebbero diversa e non accettano il tuo continuo cambiamento. No a chi ti fa sentire in colpa e disprezza il tuo essere unica.
No a quelle persone che ti succhiano l'energia senza mai farti sorridere il cuore. No a chi non è in grado di arricchirti, calpesta i tuoi sogni, e vorrebbe allontanarti dalla strada che hai intrapreso.
Per cui puoi prendere la decisione giusta solo ti conosci e ti comprendi.
Sai chi sei e sai chi ti fa stare bene.
Capisci chi ti dà energia e chi ti fa sorridere.
Perché quando sei te stessa diventi potente e magnetica, quando invece ti sforzi di essere un'altra, sei debole e indecisa.
I legami più profondi non nascono dal tentativo di dimostrare il nostro valore, ma dall'avere il coraggio di essere esattamente ciò che siamo, confidando di poter essere amati per questo. Questi legami nascono dalla condivisione di pezzi della nostra vita con qualcuno, senza obblighi, semplicemente perché lo vogliamo.
(Alessia Carlozzo)
Problemi di timing
Molte persone perdono il momento presente aspettando di essere felici in futuro
(Eckhart Tolle)
Ecco l'ultimo problema, quello del tempo.
Ci illudiamo che una decisione per essere giusta va presa nel tempo giusto.
"Ah se mi fosse capitato tra 6 mesi, un anno, oppure 10 anni fa. Sarebbe stato molto più facile scegliere."
Quella proposta di lavoro che smuove tutti i nostri programmi, quella malattia che non ci aspettavamo.
Quella persona che incontriamo proprio nel "momento sbagliato", all'età sbagliata e nel punto sbagliato della nostra vita.
Tutto completamente fuori tempo.
Ma chi lo dice che un tempo sia giusto o sbagliato?
Sbagliato rispetto a cosa? Errato rispetto a chi? Ai nostri programmi?
Al business plan della nostra vita?
Come disse Mike Tyson: tutti hanno piano, finché non ricevono un pugno in faccia.
Siamo sicuri che invece non sia proprio il tempo giusto e il "momento giusto" per noi?
Che doveva succedere proprio ora, in questo preciso momento e in questo modo.
Che magari di quel pugno in faccia ne avevamo bisogno proprio adesso, per prendere quella decisione che covavamo lì da tempo.
Non sei più la persona che eri. Finalmente hai imparato che le cose accadono sempre nel momento in cui devono accadere. Hai capito che quel che è successo non poteva che andare così. Hai compreso che certi amori possono giungere all'improvviso e finire in una notte
(Lo Spirito guida)
Ma siccome abbiamo paura, siccome non vogliamo ammettere a noi stessi che stiamo cambiando, o che siamo cambiati, allora diamo la colpa al tempo.
Che è ingiusto e codardo.
Ma è così. Le cose accadono quando devono accadere, siamo noi che gli diamo l'etichetta giusta/sbagliata rispetto alla nostra esperienza.
Ma è appunto solo un'etichetta e dipende da che prospettiva la guardi.
La famosa archistar Libeskind diceva che:
Ogni prospettiva è frammentata. Nessuno vede tutto e comprende tutto. Ed è giusto cosi. L’architettura non è mai lineare ed ordinata. Perché così è la vita.
Non c'è una prospettiva sbagliata, né un tempo sbagliato. Le cose accadono e sta a noi prendere le decisioni migliori, accogliendo il "non so" che questo comporta.
Le decisioni si capiscono solo all'indietro
Un ultimissima cosa a conclusione di questo lungo articolo.
È difficile valutare nell'immediato una decisione presa recentemente, l'unico modo per farlo è guardarsi indietro dopo un po'.
Non è detto che se becchiamo un semaforo rosso dalla vita quello rimanga rosso per sempre.
Serve tempo per capire se una decisione che abbiamo preso sia buona o cattiva, ed è necessario sospendere il proprio giudizio su quello che ci succede
Siamo in estate ed è bellissimo alzare lo sguardo in alto di notte. Tante stelle e una miriade di piccoli punti luminosi, che visti così potrebbe essere buttati li, in un grande caos.
Eppure durante queste sere, con la compagnia di qualche amico che se ne intende, possiamo provare ad unirli, tracciare qualche linea e creare: l'orsa maggiore, l'orsa minore, cassiopea e i vari segni zodiacali come lo scorpione e il cancro.
Le costellazioni ci aiutano a fare ordine, uniscono e danno senso a dei puntini che ci appaiono lontani fra di loro.
Ma se ci pensi bene questo vale anche per la tua vita.
Ogni imprevisto, ogni decisione, scelta, incontro, relazione, errore, insegnamento, passo falso, caduta e momento felice, rappresentano i punti da unire che formeranno la costellazione della tua esistenza.
Ogni scelta è legata alle successive da sottili fili invisibili che le uniscono.
E anche se adesso la vita ti sembra un grande caos, un giorno quei fili e quelle scelte diventeranno così evidenti che sarai finalmente in grado di collegare i tuoi puntini luminosi.
Per ammirare finalmente la meravigliosa costellazione che sei.
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Credo che il prendere buone decisioni sia enormemente sopravvalutato. Non possiamo prevedere tutti i risvolti, che il nesso causa-effetto, scatena in ogni nostra azione e decisione. Però possiamo essere bravi a fluìre, galleggiare ,restare leggeri, in attesa di poter surfare le onde buone. Bisogna imparare ad essere pronti a reagire a quel pugno in faccia. La capacità di rispondere, di adattarsi, di cambiare, è quellio che ci garantisce di essere sereni, senza lasciarsi schiacciare dal peso di decidere.
Nulla é irreparabile, se sappiamo lasciarlo andare e ricominciare.
Wow, le tue parole hanno colpito forte. Ho letto tutto d'un fiato. Su tutte le cose che potrei commentare mi soffermo su una frase che picchia più di altre. "Ogni cosa accade quando deve accadere".
Trallaltro nella foto arrivata per mail (su Substack evidentemente mi dà una versione tagliata su smartphone) ho visto il libro "l'arte della gioia". L'ho letto come un segno visto che l'ho appena terminato.
Grazie per le tue parole, davvero