I problemi che affronti oggi diventano benedizioni nello specchietto retrovisore della vita
Come sospendere il proprio giudizio su quello che ci succede
Ehilà,
Il 2024 è stato l'anno peggiore della mia vita.
A 44 anni, lo scrivo così, senza mezze misure in questa newsletter.
Chi mi legge da un pò avrà notato una certa alternanza tra i temi che riguardano la community rispetto ad altri temi, diciamo così, più introspettivi e di crescita.
Mi spiace di aver spiazzato chi si aspettava altro, ma in questo momento sento l'urgenza di condividere quello che sto imparando sulla mia pelle.
Per essere utile a qualcuno. Per mettere in fila i miei pensieri. Per convincere il più "testone" dei miei lettori, cioè me stesso.
Quindi questa volta parleremo PROPRIO di questo, di come è necessario sospendere il proprio giudizio davanti a quello che ci succede nella vita.
Pronti? Vamos.
Tanti anni fa, nelle campagne cinesi, un uomo e suo figlio vivevano in un piccolo villaggio. Non possedevano molto: una baracca, un campo da coltivare e un cavallo per arare il campo.
Un giorno il cavallo scappò. Gli abitanti del villaggio andarono a trovare l’uomo e gli dissero: “Il cavallo era necessario per poter lavorare. Che sfortuna hai avuto!”.
E l’uomo rispose: “Forse sì, forse no. Vedremo”.
La settimana successiva, il cavallo fece ritorno insieme ad altri due cavalli selvatici. L’uomo e il figlio si ritrovarono quindi con tre cavalli. Gli abitanti del villaggio sorrisero all’uomo e gli dissero: “Avevi un solo cavallo e ora ne hai tre. Che fortuna hai avuto!”.
E l’uomo rispose: “Forse sì, forse no. Vedremo”.
Pochi giorni dopo il figlio era intento a pulire la stalla del cavallo, troppo piccola per contenerne tre. Uno degli animali si agitò e lo colpì con forza, facendolo cadere. Il ragazzo si ruppe la gamba. Gli abitanti del villaggio passarono davanti all’abitazione e dissero al padre: “Tuo figlio è il tuo unico aiutante e famigliare. Che sfortuna hai avuto!”
E l’uomo rispose: “Forse sì, forse no. Vedremo”.
Alcune settimane dopo, alcuni ufficiali dell’esercito arrivarono nel villaggio e iniziarono a reclutare tutti i giovani per portarli a combattere una guerra che sapevano di non poter vincere. Quando passarono dalla casa dell’uomo e videro che suo figlio aveva la gamba rotta, decisero di non portarlo in guerra.
Gli abitanti del villaggio, saputa la notizia, dissero al padre: “I nostri figli vanno a morire in guerra e il tuo invece no. Che fortuna hai avuto!”
E l’uomo, come sempre, rispose: “Forse sì, forse no. Vedremo”.
Prendo questa storia in prestito dal libro di Gianluca Gotto, perché mi sembra bellissima.
Io non so in che fase tu sia in questo momento, se sei felice come una Pasqua, se sei appena uscito da un periodo duro o se sei proprio nel bel mezzo del guado.
Ma quando ti trovi ad affrontare un dolore o un fallimento, la prima cosa che ti viene da fare è non accettarlo. Te la prendi con te stesso, con il mondo e con il destino.
Questa porta sbattuta in faccia diventa la tua ossessione, il pensiero ricorrente che ti logora e ti sfianca, giorno e notte. Credimi, ci sono passato, è così.
Quando però ho letto la storia del contadino ho sentito un pizzico di sollievo, perché mi invitava a sospendere il giudizio e ad avere fiducia. E mi sono forzato a fare una cosa: non essere troppo precipitoso nel giudicare quello che succede.
Nulla è brutto in modo assoluto. In questo momento può sembrarti durissimo, forse il cazzotto nello stomaco più grosso che hai mai ricevuto, ma dovresti sempre dare tempo al tempo, e valutare non solo il risultato ma anche il percorso che ti ha portato fino a qui.
Quello che adesso vedi come una cosa estremamente negativa un domani potrebbe diventare qualcos'altro e potresti vederla da tutt'altra prospettiva.
Non più un errore, non un dolore, ma un'esperienza di vita che ti ha reso una persona diversa.
O chissà magari ciò che oggi ti sembra un dramma tra due anni ti sembrerà una benedizione. Non lo sai, non puoi saperlo, perché in verità non siamo bravi a fare questo genere di previsioni.
Il messaggio che voglio passarti è proprio questo qui: nella vita ti succederanno sempre cose inaspettate, ma prima di giudicarle, fai passare un po' di tempo.
Abbi fiducia, non correre, forse per te c'è in serbo qualcosa di bello ma non lo sai.
Forse in questo momento avevi bisogno proprio di questo cazzotto qui, di questo fallimento. Quindi prima di pensare a quanto sia ingiusta la vita con te, ricordati del contadino. "Forse sì, forse no, vedremo."
Matthew McConaughey nella sua autobiografia dice che i greenlights della vita sono le conferme del nostro percorso. Sono segni di approvazione, sostegno, sono elogi, doni e complimenti.
Noi adoriamo i greenlights perché non interferiscono con la direzione che abbiamo preso. Ci dicono che siamo bravi, che stiamo facendo bene e che ci meritiamo tutto quello che abbiamo.
Però poi ci sono i semafori gialli e quelli rossi, un'interruzione, una sofferenza, un fallimento, un arresto, un dolore, la morte.
Non ci piacciono, li odiamo, sono difficili, ci rallentano, a volte ci bloccano del tutto. Ci dicono no.
E ce li dicono nel modo peggiore possibile.
Ma a volte sono solo semafori verdi mascherati, sono semafori rossi che dopo un po' di tempo diventano verdi.
Credo che tutto ciò che facciamo nella vita sia parte di un piano. A volte va come previsto, a volte no. E anche questo è parte del piano. Già capire questo è greenlights.
I problemi che affrontiamo oggi diventano benedizioni nello specchietto retrovisore della vita, con il tempo il semaforo rosso di ieri diventerà verde. La distruzione porta alla ricostruzione, la morte alla nascita, il dolore al piacere. Tutto ciò che scendi salirà. Dipende da come affrontiamo la sfida: insistere, fare retromarcia o mollare: siamo sempre noi a scegliere.(Matthew McConaughey)
Il segreto è andare avanti e lasciarsi alle spalle i semafori rossi, anche senza fiato, anche camminando sui gomiti, non importa..
Non giudicarli e tra un po' di tempo, dagli un'occhiata dallo specchietto retrovisore della vita.
Saranno diventati verdi?
Forse si, forse no, vedremo.
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Io sono appena uscita da un guado e questa newsletter ci voleva.
Ricordarci di valutare tutto nella prospettiva di una vita e di un viaggio è un bellissimo esercizio, non sempre facile da applicare, ma vale sempre la pena provarci.
E guardandomi indietro dopo un anno, finalmente, inizio a riuscirci anch’io 😊
Purtroppo ci sono eventi assoluti che restano tali