Ehilà,
è stato un vero onore poter contribuire all’ultima newsletter del amico Antonio Di Bacco, dove abbiamo parlato di post-social, community e piccoli gruppi.
Anche gli amici di
mi hanno citato nella loro.Figata no? Però oggi volevo parlarvi di tutt’altro, cioè della regola d’oro di Roberto Mercadini per raccontare storie che incollano.
Pronti? Vamos.
“Ma come fai a catturare l'attenzione delle persone?”
È la frase che mi sono sentito dire mille volte.
E ogni volta penso a lui: Roberto Mercadini che in un suo video spiega il suo segreto per narrare una storia che colpisca il pubblico.
L'ha chiamato il paradosso della gioconda.
È una tecnica oratoria che Roberto si è inventato e si fonda su due regole semplici:
Parlare di cose che il tuo pubblico conosce molto bene
Raccontare un dettaglio che non sa, per stupirlo
La cosa fondamentale è che questi due ingredienti devono esserci entrambi.
Devi parlare di cose che il tuo pubblico conosce, perché se gli racconti un pettegolezzo su un argomento di cui non ha mai sentito parlare, è difficile catturare la sua attenzione.
Se invece riveli un dettaglio sorprendente su una persona che conosce bene, allora catturi subito la sua attenzione.
Il segreto quindi è raccontare:
Cose che tutti conoscono ma di cui nessuno sa nulla
Perché l'ha chiamato il paradosso della gioconda?
Beh, la gioconda è l'immagine più nota mai prodotta dall'umanità, giusto?
Ma se tu chiedessi alla persona media cosa sa della gioconda, tirerebbe fuori le nozioni più strampalate.
Ti faccio un esempio, quando pensiamo alla gioconda ci viene sicuramente in mente qualcuno che provi a rubarla, introducendosi dentro il Louvre armato di coltellino per tagliare la tela.
Per poi arrotolarsela sotto braccio e portarla via. Giusto?
Niente di più sbagliato.
In pochi sanno che la Gioconda non è dipinta su tela, ma su legno di pioppo e per rubarla bisogna staccarla dalla parete e caricarsela sulla schiena.
Sorprendente no?
Altro dettaglio, la gioconda è l'opera più famosa del mondo che viene da uno dei geni indiscussi dell'umanità. Sai quando Leonardo consegnò il quadro al suo committente
Rullo di tamburi: mai!
La gioconda non è mai stata pagata, né consegnata, perché per Leonardo era un "quadro infinito" e non doveva essere mai ultimato. Infatti se lo è portato con sé nei suoi lunghi viaggi, nascosto tra i bagagli, fino alla morte.
Lo ha migliorato con piccole pennellate, ogni giorno per 20 anni, finendo in mano al Re di Francia, probabilmente solo dopo la sua morte.
Capisci perché la Gioconda è un paradosso? Tutti pensano di sapere tutto su un determinato personaggio/storia/vicenda, invece quando tu gli racconti qualche dettaglio, anche importante, scoprono che in verità non ne sanno nulla, oppure sanno le cose sbagliate.
Come dice Mercadini:
Il bello per noi narratori è che il mondo è pieno di gioconde, una vera e propria miniera a cielo aperto.
Se vuoi raccontare una bella storia e catturare l'attenzione delle persone devi scovare e imparare queste storie, questi paradossi.
Perché il divario è sempre enorme tra le persone che pensano di conoscere un personaggio storico, la Bibbia, Moby Dick.. ma in verità non ne sanno praticamente nulla.
Usa il paradosso per dare un messaggio
Se poi la storia che racconti veicola anche un messaggio forte, che riesce ad ispirare le persone... beh, hai fatto bingo!
Non solo ricorderanno la tua storia ma anche il suo significato correlato.
Ad esempio, se pensi di raccontare la storia del “quadro infinito” di Leonardo potresti aggiungere che:
al proprio lavoro non sempre corrisponde un ritorno economico o di fama. Infatti l'opera d'arte più famosa al mondo non è mai stata pagata, né mostrata in pubblico mentre Leonardo era vivo.
a volte per imparare un forma d'arte è necessario rimanere eterni studiosi, migliorandosi continuamente e senza completare nulla, come Leonardo.
Hai capito il segreto?
Se vuoi catturare l'attenzione delle persone quando sei sul palco, ad una cena tra amici o scrivendo la tua newsletter: devi diventare un cercatore di gioconde.
Il mondo è pieno di personaggi, idee, libri, impara a raccontarli. Trova la crepa giusta, e una valanga di stupore ne verrà fuori.
È da lì che iniziano le storie memorabili.
p.s io ho usato il paradosso della gioconda molte volte sul palco. Questi qui sotto sono due piccoli esempi
p.p.s. c'è qualche bella storia, come quella della gioconda, che conosci? Scrivilo nei commenti
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📚 Cosa ho letto ultimamente
Ecco la mia todolist del 2025:
considerare gli altri come alleati (e costruire la mia community)
coltivare passioni senza cercare la performance (fregandomene dei like)
fare cose che non servono a nulla, ma che fanno sentire vivo (come questa newsletter)
Invece di vedere gli altri come concorrenti, possiamo iniziare a considerarli alleati. Invece di inseguire il successo individuale, possiamo riscoprire il valore del fare insieme. Creare reti di supporto, coltivare passioni senza scopo immediato, ridare valore a ciò che non serve a nulla, ma che ci fa sentire vivi.
in arte Capibara
Un giorno, senza nemmeno rendercene conto, faremo qualcosa per l’ultima volta.
Una newsletter toccante di
“Se mi guardo indietro, ogni volta che ho attraversato un periodo di merda, a distanza di tempo ho sempre potuto vedere cosa di buono questa sofferenza mi avesse lasciato: qualcosa che ho imparato di me, la capacità di restare nel disagio e accoglierlo, una nuova consapevolezza, il coraggio di aprire la porta a qualcuno per invitarlo ad uscire.”
ci parla di: Come non schivare la vita, perché non temere la sofferenza è giù un inizio.
Grande Alessio!
La Gioconda non finisce mai di stupire, anche di riflesso.
Quando per la prima volta sono andato a vederla al Louvre, il vero stupore me lo ha generato il quadro gigantesco delle Nozze di Cana del Veronese.
Messi uno di fronte all'altro per esaltare le rispettive peculiarità.
Quello di Leonardo piccolo ma denso di mistero, quello di Veronese mastodontico (quasi 10 metri per 7) e di grande impatto visivo, con una miriade di personaggi tutti da scoprire.