Perché scrivere una newsletter quando non ti legge nessuno
E come imparare a tollerarne il disagio
Ehilà,
sto preparando un grosso evento per il 25 Ottobre, da 1000 persone, è l’evento annuale della mia community degli Eroi Digitali. Quest’anno il tema principale sarà la bellezza, e ci divertiremo a fare convivere due termini abbastanza distanti fra loro tecnologia e bello. Strano eh? Come ogni anno, farò il presentatore, speaker, mc del pre-evento e coordinatore di tutta la comunicazione/grafica, sarà un mese caldo, molto caldo.. nonostante la pioggia e un autunno arrivato troppo presto.
Il 4-5-6 ottobre sarò anche al hc-unplugged a Pordenone, se qualcuno di voi è da quelle parti venitemi a salutare, anche lì farò un piccolo intervento sul palco :-)
Oggi però parliamo di tutt’altro, cioè le motivazioni che spingono a scrivere una newsletter come questa, anche quando non ti legge nessuno.
Pronti? Vamos
Anche oggi sono qui a scrivere la mia newsletter. Mamma che fatica. Ma chi me lo fa fare? Tanto non mi legge nessuno, perché non mi dedico ad altro?
Per chi lo faccio, per cosa lo faccio?
Non sai quante volte mi sono posto tutte queste domande, immancabilmente ogni volta che mi siedo per buttare giù qualche riga.
Ha senso continuare a scrivere tutti i giorni? O è meglio lasciare perdere?
Ecco cosa dice un tizio che scrive il suo blog ogni singolo fottuto giorno dal 2002:
Anche se il mio blog non lo leggesse nessuno continuerei comunque a scrivere. Io scrivo per me. Per buttare giù le mie idee.
- Seth Godin
Ecco. Ma se nessuno mi leggesse continuerei a scrivere?
Forse vale la pena fissare le mie motivazioni qui, su questo post, una volta per tutte.
Lo faccio principalmente per me, come reminder da rileggere nei momenti di fatica e di sconforto. Chissà magari possono essere utili anche a te, se stai pensando di iniziare a scrivere una newsletter. Questi punti non hanno un ordine di importanza preciso, li ho scritti così, come mi venivano.
Il lavoro è la vittoria
E' un concetto che pervade tutto il lavoro di Ryan Holiday. Fregatene del risultato, il solo atto di scrivere deve essere il tuo successo.
The work has to be the win. Ultimately, you have to love doing it. You have to get to a place where doing the work is the win and everything else is extra.
- Ryan Holiday
Devi imparare ad amare "il fare" stesso, tutto il resto è un extra che non deve aver niente a che vedere con la tua soddisfazione.
Se riuscirai ad arrivare al punto in cui l'atto stesso dello scrivere ti dà l'energia di cui hai bisogno, bene, non hai bisogno di altro.
Il viaggio, non la meta.
Il correre, non il traguardo.
La scalata, non la vetta.
Il lavoro stesso è la vera vittoria, tutto il resto è un extra.
La gioia di guardarsi indietro
I don’t like to write, but I take great pleasure in having written
- William Zinsser
Una newsletter è nulla presa singolarmente, ma pubblicare centinaia di post è il lavoro di anni.
Una volta che guardo indietro il mio archivio di articoli e di newsletter provo una gran soddisfazione. Anche io faccio una gran fatica a scrivere, ma "l'aver scritto" è una figata pazzesca!
So di aver affrontato decine di argomenti diversi, se qualcuno mi chiede qualche consiglio in merito posso linkargli direttamente un mio articolo.
This blog has been my sketchbook, my studio, my gallery, my storefront, and my salon. Absolutely everything good that has happened in my career can be traced back in some way to this blog. My books, my art shows, my speaking gigs, some of my best friendships—they all exist because I have my own little piece of turf on the Internet.
- Austin Kleon
Capire cosa dire, senza saperlo prima
I didn’t start a blog because I had something to say, I started a blog to find something to say.
- Austin Kleon
Ogni volta che inizio una nuova newsletter non so dove andrò a finire. Scrivere è tutto qui, non avere qualcosa da dire ma "trovare" quello che vuoi dire. E' un processo difficile da spiegare, ma l'atto stesso di scrivere ti costringe a confrontarti con i tuoi pensieri. Non basta aver qualcosa da dire, bisogna saperlo dire.
Penso mentre scrivo, direttamente sulla pagina e scrivere una newsletter mi ha insegnato a convivere con questa sensazione sgradevole del "non so dove vado a parare".
Non so cosa penso finché non lo scrivo
- Joan DidionPer me il motore della scrittura è quasi sempre l'ignoranza. Scrivo per capire cosa penso
- Kathryn Schulz
Eppure alla fine tutto acquisisce un senso e quel atto comunicativo genera esso stesso nuovi pensieri, come ho scritto in un articolo tempo fa non scrivo per comunicare le mie idee ma per crearle
Scrivere non è solo comunicare idee, scrivere genera idee
- Paul Graham
Perché mi piace
Bisognerebbe tornare a scrivere per sè stessi, a se stessi. Questo è il segreto di chi scrive dannatamente bene
- Dario Vignali
Viviamo in una cultura troppo orientata alla performance e al risultato. Tutto quello che facciamo deve "servire a qualcosa". E se tornassimo a fare le cose solo perché ci piacciono? O perché ci danno soddisfazione in sé?
Perché scrivo una newsletter? La risposta è molto semplice, perché mi piace, punto.
Tempo per capire meglio le cose
Vuoi capire meglio un argomento? Scrivi qualcosa a riguardo. I periodi in cui mi sono sentito più intelligente sono i periodi in cui scrivevo di più.
- Dario Vignali
L'ho sempre detto, io scrivo principalmente per me, per imparare. Se non scrivo e rielaboro i concetti, li perdo. Se invece li porto subito su carta riesco poi a ricordarli.
Il segreto è poi rielaborarli, cioè aggiungere qualcosa di mio, le mie esperienze, le mie riflessioni, qualche esempio concreto.
Scrivere mi aiuta a pensare meglio "Sharpen your thinking" è il motto di Obsidian (il software che uso per costruire il mio second brain e abbozzare questa newsletter) cioè ricordare, comprendere e "affilare" il mio pensiero.
Se leggo un libro, se guardo un video, butto subito giù su carta le cose che ho imparato.
Ma se prendo i miei appunti e ci scrivo una newsletter, allora è tutta un'altra cosa, perché devo arricchire, migliorare e costruire meglio il concetto che ho studiato.
Per me, il miglior modo per imparare un nuovo concetto è doverlo spiegare ad altri.
Tempo per migliorare la tua scrittura
Se vuoi avere successo con una newsletter non c'è niente da fare, devi imparare a scrivere.
Le migliori newsletter non hanno belle grafiche, una bella struttura o tanti fronzoli: hanno solo ottimi contenuti scritti bene.
Inoltre le newsletter belle sono quelle in cui viene fuori prepotentemente l'identità, lo stile, il tocco e la sensibilità di chi le scrive. (Qui ci sono alcuni esempi)
Quando hai poche persone che ti leggono è il tempo giusto per imparare a scrivere, per trovare il tuo stile e una voce che sia solo tua.
Se riprendo in mano le cose che scrivevo anche solo 1 anno fa vedo nettamente la differenza, credo di essere migliorato un pochino, sicuramente mi faccio molte meno remore nel far emergere i miei pensieri.
Fregatene di stare tra le righe, dato che non ti legge nessuno puoi permetterti di sperimentare, cambiare strada e fare le cazzate che chi ha successo non può assolutamente permettersi.
Apprezzare le piccole vittorie
Chi ha migliaia di subscription non celebra le piccole vittorie
- Brenna
Io sono davvero contento ogni volta che ricevo una notifica che qualcuno si è scritto alla newsletter, ha messo un like o commenta per ringraziarmi. Sono i piccoli successi, le piccole cose che rendono bella la vita, ti danno benzina e ti aiutano a fare qualche km in più.
Avere poco persone che ti leggono ti fa apprezzare le piccole vittorie.
Chi ti legge ti legge per davvero
Anche se ti leggono in pochi, ricordati che ti legge lo fa per davvero.
Non ha senso avere 2000 like sui social dove come dice Skande "l'unica cosa che ricevi è un'occhiata mezzo secondo tra un reel e l'altro"
Chi legge la tua newsletter ha la pazienza e la voglia di dedicarti del tempo. Quale cosa più preziosa potrebbe regalarti?
Fregatene dei 1000 pensa a quei 10. A loro interessa quello che scrivi, si aspettano molto da te, cerca di stupirli ogni volta.
Aumentare la tolleranza per il disagio
Ogni volta che schiaccio pubblica mi dico "questa volta sarà una figata". Sai quante risposte e commenti? Poi invio e non succede nulla, un urlo nel vuoto cosmico.
Ecco questo è quello a cui devi abituarti. Se scrivi per essere ascoltato, per gli applausi, è meglio che non scrivi.
Oltretutto mai sottovalutare la massa silenziosa delle persone che ti leggono ma non te lo dicono. Ci sono, te lo assicuro, anche se non li conosci e non ne noterai mai la presenza.
Per cui dopo aver schiacciato pubblica, abbraccia il disagio del silenzio e va avanti.
Capisci meglio perché stai scrivendo
Quando non hai alcun successo è normale chiedersi di continuo perché dedicare tanto tempo alla scrittura.
E' un passaggio indispensabile, perché la motivazione non può dipendere solo dalle persone che ti leggono, ma da tutt'altro.
Se hai bene a fuoco "perché lo fai", questo rimarrà la molla che spinge tutto, nei momenti bui e nei momenti di maggior successo.
Ovviamente le motivazioni non puoi conoscerle a priori, si capiscono lungo il percorso, passando all'azione, scrivendo appunto.
Non avrei mai potuto scrivere questa newsletter 6 anni fa quando ho iniziato muovere i primi passi con il mio blog, sono quei puntini che riesci a collegare solo guardandoti indietro.
Scrivere mi rilassa
Tutto intorno si spegne, non so che ora è, non noto il tempo che passa, né da quanto lo sto facendo. Piano piano entro nel flow creativo e tutto il resto non esiste più.
Un volta finito mi sento energizzato, mi sembra di aver fatto qualcosa di utile. E' una sensazione che non ho con altri tipi di lavori. Mi sembra di esprimere me stesso, la mia creatività, creare la mia arte in qualche modo.
Se anche per te è lo stesso, non mollare, ritagliati piccoli spazi di scrittura. Non c'è bisogno di avere 2-3 ore, anche solo mezz'ora dritta senza interruzioni può essere un piccolo pezzo aggiunto nel grande puzzle del tuo lavoro.
Leggere le poche risposte che ricevo
Ogni tanto le persone mi fanno capire che apprezzano quello che faccio, e in qualche modo questo mi stimola ad andare avanti.
Sapere che posso ispirare qualcuno è molto divertente, perché significa che l'amo che ho lanciato ha fatto presa e ha teso un invisibile filo da pesca tra me e lei. Una connessione che vale tutto l'oro del mondo.
Se quello che imparo e condivido è d'aiuto a qualcun altro, mi fa sentire utile, perché stiamo tutti in cammino in questa vita, chi più avanti, chi più indietro ma sempre in cammino. E se posso lasciare qualche briciola per aiutare chi viene dopo di me, perché no?
Il direttore d'orchestra non emette alcun suono, è davvero efficace se riesce ad esaltare le capacità degli altri. Ho realizzato che il mio lavoro consiste nell'ispirare le altre persone. Sapete come si scopre? Guardateli negli occhi, se i loro occhi brillano ci siete riusciti.
Per questo nella mia vita ho una mia definizione di successo e non dipende né dalla fama, nè dalla ricchezza e nè dal potere, ma dipende da quanti occhi che brillano ho intorno.
- Benjamin Zander
Inizia a scrivere, continua a scrivere.
Scrivi per far brillare gli occhi degli altri, a partire dai tuoi.
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📚 Link interessanti della settimana
Inseguire la felicità può rendere infelici. Siamo ossessionati dalla felicità, se non fosse questo lo scopo della nostra vita? Incredibile TED talk di Emily Smith
“Noi siamo molto di più di quel che ci capita, e il modo in cui viviamo le situazioni è molto più determinante delle situazioni stesse” parlare di malattia e di dolore in una newsletter è mooolto complicato.
è sempre bravissima.Uno dei libri che ha più segnato il mio percorso nella community si chiama The Culting of Brands del mio amico Douglas Atkin (una volta è venuto anche a fare il Keynote ad un mio evento). Se volete capire i temi principali affrontati nel libro sono ben riassunti in questo articolo.
Ho appena ricevuto un altro commento
> Bravo Alessio, finalmente qualcuno che parla delle frustrazioni e non del successo. Alla fine è sempre la stessa storia: o le cose le fai per te oppure se le fai per avere la conferma degli altri non funzionano.
E' vero, in pochi parlano delle frustrazioni. Perché le angosce e i fallimenti non fanno figo e non sono belle da raccontare.
"Dopo aver schiacciato pubblica, abbraccia il disagio del silenzio e va avanti". Meraviglioso, grazie per queste parole!