Le persone non entrano in community per partecipare
Ma solo per risolvere un loro problema! Quindi se sbagli i tempi è un bel casino
Ciao,
questa settimana scrivere questa newsletter è sta molto dura. Sono a pochi km da un terremoto che ci sta facendo ballare spesso, per cui molte delle priorità e dei programmi sono saltati. Sto scrivendo queste righe proprio il sabato mattina, perché ho un sacco di cose da raccontarti e non ho voluto far saltare questo appuntamento con te. Spero perdonerai i miei errori di battitura :-) Ma adesso..
Vamos!
Chi me me lavora con le community ha un forte bias cognitivo che potrebbe rivelarsi controproducente. Pensiamo che i nuovi arrivati siano lì pronti per essere coinvolti, scrivere e far parte del gruppo. Come se tutti pensassero: "Ah ma che bel posto" "Che belle persone" "Come mi piacerebbe partecipare" "Che bello essere coinvolta in..."
E quante volte ci rimaniamo male se non lo fanno? Perché non partecipano? Entrano, guardano e se ne vanno? Ma scherziamo?
No, no e no. Toglitelo dalla testa.
Come ripete spesso David Spinks:
Most people don't join communities for belonging
They join to solve a problem or achieve a goal
Capito? Sono qui solo per il proprio interesse personale, perché vogliono risolvere un problema, punto. La maggior parte di loro farà solo questo.
Quindi se vuoi fare in modo che più persone entrino, devi promuovere i "benefici" della community, non il coinvolgimento e neanche la community in sé.
Che benefici può trarne un nuovo arrivato/a dalla tua community? Che cosa ci può guadagnare? Cosa lo motiva dal profondo?
Facciamo qualche esempio:
può aumentare la conoscenza di un prodotto
può trovare nuovi clienti
può imparare una nuova materia o tecnologia
può incontrare persone esperte del settore
può leggere le esperienze dei clienti di un brand
Questo si aspetta e questo vuole.
Poi con il tempo potrebbe fare qualche passetto aggiuntivo.
Dopo essere entrato e inizia a risolvere un problema, passa ad un altro e poi un altro ancora... e a quel punto (ma solo a quel punto!) inizia a percepire i reale vantaggio di far parte di una community
Inizierà a creare delle vere "relazioni", conoscere nuove persone (magari anche dal vivo o in call!) e intensificare gli incontri.
Solo in questa fase inizierà a citare "il coinvolgimento" come la reale motivazione.
Solo in questo caso la leva del "gruppo" funziona, per trattenere il nuovo membro e non farlo scappare.
*Ma non accade dal oggi al domani, richiede tempo.**
Altrimenti è come se durante una cena ti servissero il dolce prima dell'antipasto.. non può funzionare no?
Quindi riepilogando, all'inizio le persone entrano in community solo per risolvere i loro problemi, non per essere coinvolti e partecipare.
Il tuo ruolo come community manager è proprio questo: far percepire i vantaggi e i benefici di una community (all'inizio) per poi trattenerli con le relazioni e il coinvolgimento (dopo).
Con chi farlo, come farlo e in che tempi farlo, fa parte della fine arte della community baby ;-)
5 cose che vorrei suggerirti questa settimana
Hai perso la news della settimana scorsa su come diventare un community manager?
In America le non se la stanno passando bene con i licenziamenti, e in tempi di crisi le community senza strategia sono le prime che saltano. Richard Millington ha scritto un bel pezzo che ci invita a riflettere sul ROI della nostra community. Come sempre chapeax!
Io vengo dal mondo Open Source, la mia prima community l'ho creata attorno ad un progetto Open. Uno dei miei mentori fu ovviamente Jono Bacon, che questi giorni ha scritto un bel pezzo sulle best practices per costruirne una.
Non devi essere da solo/a nel costruire la tua community. Tutti possono diventare community leaders, devi solo capire come crearli all'interno del tuo gruppo. Max Pete ci dà 5 consigli che io applico quotidianamente con i miei ambassadors. (Sopratutto il cinque!)
Sempre sul tema della leadership tempo fa ho scritto un articolo sui 5 pilastri di un mio mito: Julio Velasco. Io lo rileggo di continuo e il pilastro sull'affettività è un vero must per me.