Ehilà,
oggi faccio anche un piccolo esperimento, siccome ho iniziato a scrivere in maniera costante su Linkedin ho deciso di riportare qui il contenuto dei post.
Se vi piace come iniziativa datemi un feedback, basta rispondere a questa mail o scrivere un commento qui sotto.
Prima di iniziare vi racconto un piccolo successo personale della scorsa settimana.
Ho partecipato ad un evento a Singapore.
Era un evento ibrido di Google Developers Group per community manager e content creator, con speaker in sala e presentatori che coinvolgevano ospiti da remoto.
Io ero uno fra quelli :-)
Ho parlato di un metodo per rendere le nostre community meno fragili e più in salute, evitando ai community manager di spendere un sacco di energie per tenerle vive.
L'ho chiamato metodo insideout e ne parlo in questa newsletter.
Pronti? Vamos
Ho incontrato tantissime community in questi anni e molte di queste, seppur grandissime mi sono sembrate vuote al loro interno. Estremamente fragili ed incapaci di attivare i propri membri o attrarre nuove persone. Per cui destinate piano piano a morire.
Mi sono sempre chiesto perché invece altre restavano vive e vegete, nonostante il passare del tempo, gli stravolgimenti, i cambi di direzione e le persone che si alternavano.
Credo che il problema che affligge tutte le community "in via di estinzione" è che non hanno un "cuore", cioè non hanno un gruppo di persone fortemente connesso e attivo.
Perché le community sono cosi fragili?
Mi ha molto ispirato il paragone che fa Fabian Pfortmüller (quello del Community Canvas per intenderci) che paragona le community agli alberi giganti nelle foreste.
Hai mai visto quando li tagliano in tanti piccoli pezzi? Quando segano un albero di queste dimensioni si vede subito il ceppo, e generalmente qualcuno marca con dei cerchi concentrici i vari anni di vita: 50 anni, 100, anni e così via.
Sono sempre molto sorpreso come un piccolo ed esile albero possa diventare durante centinaia di anni un'imponente quercia in grado di fare ombra per centinaia di metri.
Ma come cresce generalmente un alberto? Perché qui viene il bello.
Lo fa da dentro a fuori, from the inside-out. Si, come il famoso cartone della Pixar
E' un semplice principio di design, che la natura usa tantissimo: parti in piccolo, poi gentilmente aggiungi cose e pazientemente cresci a piccoli passi, in maniera incrementale.
Perché con le community non ci comportiamo allo stesso modo?
Facciamo un grosso errore se iniziamo a costruire partendo da fuori e non creiamo il "core". Questa dinamica succede sfortunatamente molto spesso con le community create dalle aziende, dove si cerca di attivare un grosso gruppo di persone tutte insieme, e il lavoro diventa veramente estenuante!
Grossi gruppi sono ottimi per il nostro ego o per i numeri da raccontare in azienda ma diventano molto rischiosi nell'ottica di una community sana.
Le community vanno costruite in modo contrario, cioè inside-out.
Perché ad una community serve un cuore
Il cuore è appunto un gruppo di persone densamente connesso fra loro e dove c'è fiducia reciproca e impegno costante. Ma perché è cosi indispensabile partire da lì?
Crea stabilità. In questo modo non rischi di avere città fantasma, dove l'attività è molto sporadica o dove non c'è nessuno che risponde alle iniziative del community manager
Diventa il centro di gravità. Non hai bisogno ogni volta di forzare le attività o tirare fuori ogni giorno una nuova idea per stimolare le persone e coinvolgerle. Il gruppo "core" diventa il motore della community, dove il calore viene generato e si irradia verso l'esterno.
Attrae nuove persone. Se sei nuovo riesci a capire subito qual'è il livello di attività soltanto osservando il movimento creato dal gruppo core. Se non ci fosse alcune attività, la tua prima impressione sarebbe pessima e passare del tempo in community diventerebbe una perdita di tempo.
Stabilisce la cultura e l'identità. Come fanno i nuovi a capire come ci si comporta nella community? Semplice, seguono gli esempi di quello che vedono accadere nel gruppo core. Guardano e copiano. Se la community non ha un cuore non c'è nessuno da cui imparare.
Cosa succede quando una community non ha un cuore
Tutto diventa più difficile. Siccome non c'è un centro di gravità e questo non si è creato naturalmente nel tempo, è veramente estenuante creare attività.
Succede spesso quando si cerca di attivare un gruppo molto grande tutto in una volta.
In questo caso come community manager devi "scaldare" il clima e creare attività artificialmente, forzandolo nella community (VS la community lo auto-crea internamente)
Ovviamente un processo del genere non è sostenibile sul lungo periodo, perché rimarresti l'unico a mettere la benzina nel motore e il gruppo continuerebbe ad esistere solo se ci sei tu che continui a spendere energia per esso.
Sul lungo periodo la community è destinata a morire, perché se per qualsiasi ragione tu non sei presente verrà a mancare la sorgente primaria di energia.
Conclusione
Le nostre community sono molto fragili perché non hanno un cuore, cioè non hanno un gruppo di persone fortemente connesso e attivo. Crearlo significa dare stabilità, costruendo una cultura condivisa e un centro di gravità per tutti.
Nella prossima edizione della newsletter vi spiegherò:
Come identificare una community dove non c'è il cuore
Perché questo succede?
Come costruire una community inside-out
Perché è difficile costruire una community inside-out
Ti viene in mente una community senza cuore? Scrivilo qui sotto.
Ti piace la newsletter? Metti un cuoricino in basso ❤️ mi aiuterai a migliorarla.
Non leggere e basta, rileggi
Vedo sui social persone che si vantano del numero di libri che riescono a leggere in una settimana, in un mese o in un anno. Non serve a niente.
E' un concetto che viene chiamato "the collector's fallacy".
Essere convinti che ammassando informazioni siamo in grado di assorbirle in qualche modo.
Non è assolutamente vero, anzi questo ci dà un falso senso di "progresso". Pensiamo di imparare nuove cose mentre invece stiamo solo riempiendo il garage di cianfrusaglie.
📚 Io non valuto la mia lettura in base al numero di hashtag#libri ma rispetto alla qualità e la quantità delle idee che riesco a tirarne fuori o delle emozioni che mi trasmettono.
Leggere molti libri ha poco senso, perché potrebbero bastarne pochi per tirare fuori tantissime informazioni utili.
Seneca disse:
Devi indugiare su un numero limitato di autori, e analizzare il loro lavoro, se vuoi tirare fuori idee che avranno peso nel tuo animo
Io rileggo di continuo i miei libri, soprattutto quelli importanti, li prendo dalla mia libreria, apro una pagina a caso e mi faccio ispirare. Prendo qualche appunto, se mi suscita qualche nuova idea scrivo qualche nota e se non l'ho già fatto la aggiungo al mio secondbrain.
📌 Cerco di estrarne il massimo perché il mio obiettivo è creare più idee possibili, assorbirle e usarle nella mia vita quotidiana.
La cosa che mi stupisce ogni volta è che il mondo cambia costantemente, noi cambiamo costantemente e per questo motivo quello che tiriamo fuori dai libri può cambiare.
Una frase letta 10 anni fa può risuonarmi in maniera completamente diversa oggi.
Dice Ryan Holiday
Quando rileggo imparo cose che non ero pronto ad imparare prima, capisco cose che avevo perso la prima volta. Perché i libri non cambiano ma tu e le circostanze intorno a te, sì. Non leggere e basta, rileggi
E voi? Quali libri rileggete continuamente?
Attenersi sempre al piano
Ho un grosso problema quando devo salire su un palco
E' il focus.
Quando preparo uno speech mi ritrovo ad aggiungere troppe informazioni, esempi e storie. Il risultato? 100 slide e soli 15 minuti a disposizione. Con il rischio di fare una confusione immane alle persone.
⭕ Non riesco a capire cosa tenere e cosa no.
Come si dice in gergo, non riesco ad "ammazzare i miei figli", cioè le storie e i concetti che mi piacciono e a cui sono incredibilmente legato.
Ieri ne ho parlato con il mio coach preferito per il publicspeaking Manuel Reitano, che mi ha dato un consiglio molto semplice:
Decidi qual'è il piano e attieniti al piano. Come nelle serie americane :-)
Cioè, decidi qual'è il tuo obiettivo e fai di tutto per seguirlo.
Qual'è la tesi del tuo hspeech? Qual'è il messaggio che vuoi che arrivi in maniera chiara al tuo pubblico? Ecco, una volta che lo hai messo a fuoco, tutto il lavoro di editing dello speech deve essere fatto alla luce della tua tesi.
Mi raccomando, la tesi va scritta a parole tue, perché poi è più facile lavorarci su. Non scopiazzarla da altri.
⭕ La tesi del famoso discorso di SteveJobs era "non puoi unire i puntini all'avanti" quello di SimonSinek era "Le persone non acquistano ciò che fai, acquistano il perché lo fai." E via dicendo.
Questo è il tuo finale, da qui puoi andare all'indietro e rivedere tutto lo speech.
Al meeting degli EroiDigitali la mia tesi era questa:
Per fare innovazione non basta la tecnologia, ma serve la conoscenza pratica (l'esperienza) e il modo più veloce per acquisirla è farlo con gli altri. (community)
🔍 Questa è la mia lente colorata per trovare gli esempi calzanti, le storie coinvolgenti e le informazioni a sostegno di quello che sto dicendo
Se mi aiuta a rinforzare il messaggio lo tengo, altrimenti lo tolgo o perlomeno in una eventuale classifica finisce nelle ultime posizioni.
Tutto chiaro? Se ti ritrovi con 60 slide e 10 minuti a disposizione, parti da qui: decidi qual'è il piano e attieniti al piano. Poi taglia, modifica e riduci.
📚 Link interessanti della settimana
Ryan Holiday è il re della disciplina. Se ti interessa la filosofia degli stoici non puoi non leggerlo. Ha scritto recentemente una bella newsletter su come avere migliori abitudini per il 2024 piena di suggerimenti veramente interessanti. Adottane uno e prova a portarlo avanti.
Ma perché le persone più pessimiste sembrano più smart? Quando l'ho letta ho detto, cavolo è proprio vero. Ma perché succede questa cosa? E come stroncarla? Pensa quanto questa cosa è presente nelle nostre riunioni in azienda ma in tantissime altre situazioni. Lo motiva in maniera perfetta Morgan Housel
Qualcuno di questi link ti è piaciuto particolarmente?
Sono sempre curioso di sapere cosa ne pensi di quello che scrivo. Rispondi a questa e-mail o scrivilo nei commenti
interessante!