Caso di studio: la community di Hacking Creativity
Analisi di una comunità italiana che funziona, davvero.
Ehilà,
un periodo denso, denso di novità. Prima di tutto ho partecipato come ospite ad uno dei podcast più seguiti sulla creatività in Italia, a parlare di cosa? Di community ovviamente. Ascoltalo e dimmi cosa ne pensi.
Poi è uscita la registrazione del mio intervento all’evento degli Eroi Digitali, se ti piace sapere cosa c’entrano i fratelli Wright con la community non puoi perderlo.
Poi c’è lo speech nel mio inglese maccheronico che ho tenuto al SFScon di Bolzano. Si parla di Open Source e costruzione di community intorno ad un prodotto, se ti interessa lo trovi qui.
Da ultimo voglio condividere con te un piccolo successo personale, Linkedin Notizie è convinta che io scriva cose interessanti e ha condiviso un mio post, che ha fatto esplodere il mio profilo e generato un botto di commenti sotto il suo. Succede anche questo :-)
Però oggi parliamo di tutt’altro, del bellissimo caso di successo di una community che mi sta particolarmente a cuore. Pronti?
Vamos
Per la prima volta analizzo un progetto che conosco molto bene e mi serve per portare nel concreto alcune teorie di cui parlo molto spesso in questa newsletter.
Cos'è Hacking Creativity?
E' il podcast per chi lavora con la creatività ed è alla ricerca di nuovi metodi per produrre idee.
I suoi creatori Edoardo Scognamiglio e Federico Favot si definiscono in missione per trovare nuovi strumenti, modelli e processi per essere originali. Per inciso è uno tra i podcast sulla creatività più seguiti in Italia.
Modello di partecipazione
La community di HC è completamente riservata agli abbonati. C'è una fee mensile e in base al tipo di profilo si può accedere ai servizi offerti.
Il tutto si svolge principalmente nel gruppo Telegram riservato dove puoi trovare news, nuovi link, consigli creativi e un sacco di altre cose utili e in cui la comunicazione è principalmente in real-time.
Poi c’è la nuova piattaforma su Circle (anche questa riservata) pensata per le discussioni più in asincrono - dove è possibile avviare iniziative, trovare supporto, idee e collaboratori per i progetti creativi, e contiene anche il database di tutti i link delle puntate (sono migliaia!)
Chi fa parte della community ha anche la possibilità di partecipare a una registrazione dal vivo del podcast, in particolare alle puntate di Link Live, una edizion speciale in cui Edo e Fede fanno appunto una battaglia a suon di link con i partecipanti.
Chi fa parte della community
Chi ascolta il podcast è generalmente una persona che "con la creatività ci paga le bollette", mentre i membri che partecipano alla community sono un sottogruppo di ascoltatori, composto principalmente dai fan più accaniti. Accettano di pagare una quota di partecipazione perché si sentono riconoscenti nei confronti di Edo e Fede e vogliono sostenere "concretamente" il loro progetto, o semplicemente sono in cerca di qualcosa di più per crescere e avere nuovi stimoli.
Sono persone con carriere lavorative "non lineari" e con molteplici interessi, spesso anche molto lontani dal proprio settore. Freelance, imprenditori o dipendenti con un progetto creativo "laterale". Tutte persone estremamente diverse che lavorano in campi molto eterogenei, accomunati da un estrema curiosità e dalla voglia di alimentare costantemente la propria creatività.
Quali sono i contenuti proposti alla community?
Tutto parte dalle puntate del podcast che ormai da alcuni mesi è in formato daily, e da questo contenuto quotidiano partono generalmente tutte le discussioni tra i membri. Poi ci sono le vite di Fede e Edo che con le loro foto, vocali, e video girati al volo, condividono le loro esperienze di vita, chiedono pareri alla community e lanciano dibattiti.
Altro motore di contenuti sono i partecipanti della community stessa, che chiedono o danno consigli di ogni genere, dalla scelte lavorative, ai tool usati, alla gestione del work-life balance, al rapporto con serie TV e notizie. Si commentano campagne pubblicitarie, film, libri, siti un po' tutto quello che ruota attorno alla creatività.
Poi ci sono i vari workshop che spesso vengono tenuti direttamente dai partecipanti o le videoconferenze in cui ci si confronta faccia a faccia, chiamati Teatime e anche questi auto-organizzati.
Perché è un caso di successo?
Hacking Creativity è il classico esempio di una community, creata intorno ad un content creator, che effettivamente funziona. Come dico sempre ci deve essere un equilibrio di intenti tra chi la crea e chi effettivamente partecipa, entrambi devono trarne beneficio altrimenti sul lungo periodo non puó rivelarsi un progetto sostenibile. Più gli obiettivi si sovrappongono maggiori sono le probabilità di successo, una win-win da parte di entrambi, e ora vediamo perché.
Edo e Fede riescono a raggiungere alcuni obiettivi:
conoscere in maniera più approfondita il loro pubblico. E questo ovviamente permette loro di creare dei contenuti sempre più "tailor-made" rispetto a chi li segue.
creare una relazione "personale" con le persone che li seguono, che arrivano a sentirli quasi una presenza familiare.
maggior partecipazione rispetto alle iniziative che vengono lanciate. Chiari esempi sono stati i Laboratori e l'evento dal vivo a Bologna, in queste situazioni la community si è rivelata molto reattiva, aderendo quasi con fiducia totale. Ma anche la richiesta di recensioni o le loro Call to Action per far votare il podcast durante i vari festival del settore, riscuotono sempre tanto successo.
il sostegno economico, Edo e Fede ripetono sempre che hanno creato la community proprio mentre stavano per mollare. Dopo un centinaio di puntate, il progetto stava tutto diventando molto oneroso sia in termini di tempo che di spese e hanno cercato capire se c'erano persone lá fuori disposte a supportare il loro lavoro. La risposta li ha lasciati esterrefatti, e da lì è venuta l'idea della community, come un modo per dare dei plus aggiuntivi a chi aderiva alla donazione tramite il sistema "buy me a coffee".
retention. La community crea un legame sempre più profondo tra gli autori del podcast e i suoi partecipanti. Un elastico ben teso che rende quasi impossibile abbandonare l'ascolto. Tramite la community, HC non è più un podcast tra i tanti ma IL podcast, perché ad esso si associano facce, volti ed emozioni.
Perché le persone partecipano?
Abbiamo visto perché la community "conviene a chi la creata", ma invece dall'altro canto perché i membri aderiscono e partecipano?
Come ripeto spesso, se non capisci qual'è la motivazione che spinge le persone a rimanere non sai nulla della tua community e rischi di fare grossi errori.
Tempo fa ho creato un piccolo sondaggio interno ad HC facendo emergere le tre motivazioni fondamentali:
Poter attingere all'esperienza di altri su un determinato tool / problema / argomento
Sentirmi parte di una community di creativi
Avere un posto dove poter condividere riflessioni/link che non saprei mettere da altre parti
Il primo parla da sé, la community è una risorsa importante per il confronto e li stimoli continui. Il fatto di poter accedere all'esperienza di persone eccezionali la rendono unica nel suo genere.
Il secondo indica un fatto identitario, quasi di orgoglio. Stare lì dentro significa sentirsi un po' un creativo/a anche se non si è completamente aderenti a questa descrizione. Ma se è vero che siamo la somma delle 5 persone con cui si trascorre più tempo, quasi per osmosi essere a contatto quotidiano con quasi 400 creativi sicuramente qualche scintilla dentro la produce.
Il terzo invece è avere la possibilità di parlare con dei pari, con qualcuno che non ci ritiene "strambi" se leggiamo determinati libri o ascoltiamo uno specifico podcast. Spesso è difficile trovare nel giro delle proprie conoscenze persone con le nostre stesse passioni creative o i nostri dubbi. Avere un posto in cui ci si sente "a casa" e "capiti" diventa fondamentale.
Riti e partecipazione
Come ho racconto spesso le community sono fondate sui riti (che “sfregano” continuamente le persone insieme) e su momenti eccezionali (che danno quello sprint di emozioni ed energia!).
I riti di Hacking Creativity sono sicuramente i perenni dibattiti tra Edo e Fede, in cui uno è il bevitore accanito di the verde mentre l'altro va avanti a birra, la battaglia sui tool dove prendere note (Notion vs Evernote), oppure le loro fissazioni personali, come la meditazione di Fede vs "cosa ci portiamo a casa" di Edo.
Tutto questo crea una sorta di slang tra i partecipanti della community, un linguaggio condiviso che lega ancora di più le persone tra di loro.
Poi c'è l'estrema vulnerabilità e autenticità con cui raccontano le proprie vite. La sveglia alle 5:30 e la "lotta con la scrittura" di Fede, i figli di Edo e le puntate trasmesse dalla macchina per cercare silenzio. Tutto questo offre alla community uno spazio per aprirsi, superando qualsiasi tipo di barriera o remora a raccontare di sé, dalle proprie difficoltà, i dubbi e le sfide personali.
Poi ci sono i riti annuali, come il momento in cui tutti condividono il Wrapped di Spotify con il minutaggio complessivo ascoltato, e fanno a gara su quanto si è fan del podcast.
Oppure l'evento dal vivo, svoltosi a Bologna ad ottobre per la prima volta, una vera e propria apoteosi per ogni membro della community. Dove ognuno poteva conoscere tutte le persone con cui aveva chattato per mesi/anni, interagire con gli incredibili speaker dell'evento e finalmente conoscere personalmente Edoardo e Federico, dando finalmente un volto alle due voci del podcast.
Cosa ci portiamo a casa da questa analisi?
Dopo tante newsletter in cui racconto strategie e teorie per far crescere la tua community, ecco finalmente l'esempio concreto di una comunità italiana che funziona.
Un piccolo tesoro, un esperimento a cui ispirarsi, sviluppato a partire da un'idea che si è rivelata sostenibile nel tempo. Indispensabile per chi lo ha creato e altamente attrattivo per i suoi membri.
Una community che ho avuto il privilegio di guardare dall'interno, senza avere alcun ruolo specifico, ma solo come appassionato studioso di queste dinamiche.
Sono tante le lezioni che ho tratto da questa esperienza, sia in termini di community management che di creatività, e spero di averti trasmesso in parte quello che ho imparato lungo l'intero percorso.
W la community. Sempre!
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Ciao Alessio, ti ringrazio moltissimo per questa analisi della community HC. Ho anche ascoltato la puntata del podcast in cui ne parli proprio con Edo e Fede.
Ho trovato molto utile questa rilettura operativa delle pratiche di community management. Sto lavorando ad un progetto molto personale a cui tengo e questo caso studio mi ha dato molte info utili.